sabato 11 ottobre 2014

Una compravendita sotto la lente della Procura

L'atto con cui il 25 giugno 2013 Eurnova ha comprato da SAIS il terreno con sopra l’ippodromo di Tor di Valle (546.965 mq a 77€/mq per un totale di 42 milioni di euro) ha modificato due precedenti atti del 23 aprile 2012 e del 9 agosto 2012, due normali atti di compravendita sottoposti alla condizione di essere sospesi qualora la stipula della Convenzione con il Comune di Roma per la trasformazione dell'area non fosse avvenuta entro il 31 dicembre 2013 (Programma urbano Tor di Valle, studio Busnengo). Tali atti prevedevano il versamento di una caparra a diverse scadenze temporali, che avrebbe permesso a SAIS di non fallire (perché indebitata con banche, Equitalia Sud, etc.). La caparra e le integrazioni versate sono state pari a un importo di soli 600.000 euro. Poiché SAIS senza i versamenti di Eurnova non poteva che fallire e quest'ultima non aveva i soldi per comperare l'area, è stato escogitato dagli amministratori delle due società l’atto del 25 giugno 2013 dove nella sostanza Eurnova resta proprietario dell'area con il solo versamento dei 600.000 euro sopradetti.
Per la parte residua, Eurnova si accolla i debiti garantiti da ipoteca per i vari finanziamenti delle Banche e il debito Equitalia per un totale di circa 8 milioni. Eurnova si impegna a versare gli ulteriori 13 milioni in rate mensili ma non garantisce l’operazione in alcun modo (p.es., fidejussione). Gli altri 21 milioni è previsto che vengano versati da Eurnova alla stipula della Convenzione (nel caso attuale, a maggio del 2015 quando tra Comune ed Eurnova si firmerà una convenzione per la costruzione dello stadio), anche questi non garantiti in alcun modo e senza la previsione di alcuna data di scadenza per ottenere la Convenzione. Ora il problema è il seguente. Il 22 maggio 2014 il giudice Umbero Gentili con sentenza 423/2014 ha decretato il fallimento mettendo a rischio l’acquisto di Eurnova, a causa dell’articolo 67 della legge fallimentare che prevede la revoca degli atti precedenti fino a un anno dal fallimento. Il curatore fallimentare, Maurizio Battista, deve decidere se tale compravendita assicura i creditori di SAIS. In poche parole se Eurnova non paga la parte dilazionata o non salda il prezzo il curatore fallimentare che si è visto togliere dalla società la proprietà dell'area, non può fare altro che andare in giudizio per il mancato pagamento, non essendo prevista alcuna clausola di condizione risolutiva che permette ad una certa data, se non c'è il pagamento, il ritorno della proprietà al proprietario originale. Quindi non si tratta di un atto fittizio per non far fallire SAIS, ma di un evidente distrazione di bene da parte degli amministratori di SAIS e Eurnova dalla proprietà SAIS, a danno dei suoi creditori. È poi evidente che se si fosse agito correttamente non essendosi avverata al 31 dicembre 2013 la stipula della Convenzione, i precedenti atti del 2012 si sarebbero risolti di fatto e la SAIS avrebbe avuto prima del suo fallimento sei mesi di tempo per trovare un altro compratore solvibile e forse non falliva. Il Comune di Roma in questa situazione che può essere esplosiva per vari aspetti , vuole procedere a una trasformazione urbanistica di notevole rilevanza per la città e fortemente criticata dal punto di vista urbanistico, con un operatore che è divenuto proprietario formale di un'area con un solo versamento di 600.000 euro contro un corrispettivo che si è impegnato a versare senza prestare alcuna garanzia, normalmente e sicuramente dovute in un rapporto non truffaldino, che ora si impegnerebbe per opere di centinaia di milioni di euro.
Il pubblico ministero Mario Dovinola vuole capire cosa vi sia dietro la cessione del terreno di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma e se tutto è stato fatto in regola. In particolare se l’importo della vendita, 42 milioni di euro (circa 77€/mq), sia congruo, se i termini del pagamento, e quindi la dilazione in rate, sono corretti, se si è trattato di un atto lecito, o se, al contrario, si è trattato di una condotta distrattiva (bancarotta fraudolenta) per cercare di alienare beni della società. Una prima udienza è prevista per il 14 dicembre ma solo per la verifica della consistenza della platea creditoria.




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