venerdì 10 ottobre 2014

Stadio della Roma: è solo speculazione

Andrea Schiavone, dell'associazione LabUr, e altri comitati presenteranno un esposto alla Procura contro la costruzione dell'opera di Parnasi e Pallotta: è insostenibile. (da Globalist.it)








È scontro aperto tra l'associazione LabUr (Laboratorio di Urbanistica), e la coppia Luca Parnasi-James Pallotta sulla costruzione del nuovo stadio della A.S. Roma a Tor di Valle, nella periferia della Capitale. Un gruppo di associazioni e comitati civici, dalla sezione romana di Italia Nostra ad Assoconsumatori, passando proprio per LabUr - guidato dall'ingegner Andrea Schiavone, e dagli gli urbanisti Paolo Berdini e Paula de Jesus - presenteranno la settiamana prossima un esposto per falso ideologico alla Procura della Repubblica di Roma. Sotto accusa la dichiarazione d'interesse pubblico per il nuovo stadio, approvata dalla Giunta comunale lo scorso 5 settembre. Il presidente della squadra e la società Parnasi vorrebbero edificare vicino all'impianto sportivo un colosso di cemento da quasi un milione di metri cubi. Da qui la protesta non solo della popolazione, ma anche di diversi comitati di esperti.

Globalist ha sentito in merito proprio l'ingegner Schiavone.

Perché questo esposto?
Noi non riconosciamo l'interesse pubblico nelle motivazioni incluse nella decisione della Giunta comunale, in quanto sono strumentali per quello che riguarda l'approvazione dell'opera dello stadio. Ma non erano e non sono fisicamente, a nostro avviso, reali, anche quando eseguite a vantaggio del pubblico interesse. Per me è un escamotage, però lo poniamo come ipotesi. Si tratta comunque di un reato che d'ufficio viene preso in carico dalla Procura di Roma ci aspettiamo che su questo venga fatta una corretta valutazione.

Come si difende il sindaco Marino e la Giunta?
Non ho notato alcuna risposta, anche se ci arrivano trasversalmente informazioni su cui loro mantengono la propria posizione ovviamente puntando sulla popolarità dell'opera che raccoglie il consenso di gran parte della cittadinanza. È proprio questo un altro nodo su cui noi puntiamo, cioè promuovere un'opera così grande facendo leva sul tifo di una città come Roma, che però non è poggiata su motivazioni tecniche. È un inganno.

Quale sarà il vostro prossimo passo?
Continueremo la battaglia: con il falso ideologico motiveremo tutte le pecche che questa Giunta ha sostenuto. Saranno sicuramente le nostre interpretazioni, però, sono motivate dai fatti soprattutto con la corretta valutazione della formazione dello strumento urbanistico che ha portato il signor Parnasi a proporre un'opera senza garantire tutto quello che sarebbe necessario in questa forma di grande opera.

I residenti del quartiere vi appoggiano? Quali sono le loro richieste?
La denuncia del falso ideologico è una nostra iniziativa e ben venga se ci saranno ulteriori punti a contatto con la popolazione. Capisco la realtà dei comitati locali che sono preoccupati dal carico urbanistico. Qui si parla dello stadio della Roma, che però verrà usato solamente ogni due settimane, quando c'è la partita in casa. In realtà si tratterà si tratterà di una vera centralità urbana, perché migliaia e migliaia di persone si sposteranno verso gli uffici direzionali che saranno realizzati. È chiaro che loro vogliono, forse più di noi, delle garanzie sull'effettiva vivibilità della zona. Non dimentichiamo poi dell'altra grande opera realizzata sempre da Parnasi cioè l'Euroma2, dove c'è il grande centro commerciale e due grattacieli, che ha già abbastanza sconvolto il carico urbanistico del quartiere.

Mercoledì 22 ottobre è stata convocata la Commissione Urbanistica del Campidoglio. Cosa sperate verrà deciso?
Noi saremo presenti in forma di auditori. L'argomento principale sarà quello di strappare o meno gran parte delle opere ad oggi affidate a Parnasi per un corretto equilibrio. Noi per ora andiamo avanti per la nostra strada. Partiamo con la denuncia e dichiariamo cosa secondo noi è stato tenuto nascosto. La politica dovrà avere un ruolo in questa vicenda.

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