venerdì 17 ottobre 2014

Tor di Valle, 5 indagati per bancarotta



LA SVOLTA
Ci sono cinque indagati per bancarotta fraudolenta nell’inchiesta della procura sulla vendita dei terreni su cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. E il rischio è che l’atto di vendita del terreno venga revocato in sede civile.
Al momento, le verifiche riguardano gli ex proprietari della società che possedeva il terreno, Antonio e Gaetano Papalia, fino a maggio dell’anno scorso ai vertici della Sais. Il pm titolare del fascicolo, Mario Dovinola, e il procuratore aggiunto Nello Rossi stanno cercando di capire se la vendita dei terreni da parte di Sais a Eurnova, la società capeggiata da Luca Parnasi che possiede l’area al 50%, nasconda una distrazione di beni ai danni dei creditori della stessa Sais, fallita con sentenza pubblicata il 22 maggio scorso. Il centro dell’inchiesta è proprio l’incrocio tra il fallimento della Sais e la vendita del terreno di Tor di Valle a Eurnova e quindi a Parnasi. L’atto con cui il 25 giugno 2013 Eurnova ha comprato il terreno dell’ex Ippodromo per 42 milioni di euro (77 a metro quadro) ha svincolato la società da tutti gli accordi che aveva preso con la stessa Sais negli anni precedenti e che prevedevano una clausola rescissoria qualora l’intesa con il comune di Roma per la trasformazione dell’area non fosse avvenuta entro il 31 dicembre 2013.

CAPARRA SOSPETTA

Versata la caparra di appena 600mila euro, Euronova è riuscita ad ottenere la modifica del contratto di compravendita. Nel nuovo accordo, stipulato a pochi mesi dal fallimento della Sais, Eurnova è di fatto proprietaria dell’area grazie alla sola caparra. Si impegna a versare 13 milioni di euro in rate mensili, ma senza collegarle ad alcuna garanzia o fidejussione. Mentre gli altri 21 milioni saranno versati solo in futuro, una volta che la convenzione con il Comune di Roma sarà effettivamente stipulata e dunque, stando a quanto riferiscono il sindaco Marino e l’assessore Caudo, a maggio 2015, quando dovrebbe essere ultimato il progetto dello stadio. Anche questo secondo pagamento, per la metà dell’ammontare complessivo, non è sottoposto ad alcuna garanzia e non viene fissata una data di scadenza oltre la quale l’accordo vincolato alla convenzione non sia più valido.


IL RISCHIO REVOCA

Posto che poco dopo questa intesa la Sais è fallita, il rischio è che è che il curatore fallimentare non sia in grado di garantire gli interessi dei creditori e chieda di revocare l’atto di vendita. Intanto, il pm ha delegato alla Finanza nuovi accertamenti.

(Sara Menafra - Il Messaggero)

mercoledì 15 ottobre 2014

Stadio della Roma: perché la Procura indaga sulla compravendita SAIS-Eurnova


Singolare e ‘sportiva’, per rimanere in tema, la formazione degli strumenti urbanistici che hanno portato alla proposta di delibera del progetto dello “Stadio della Roma”, così come la formazione della c.d. “Legge sugli Stadi” in vigore dal 1° gennaio 2014 (disciplina per il rilancio dell’impiantistica sportiva dettata dall’art.1, commi 303-306, della Leggi di Bilancio n°147/2013)

I NUMERI
La superficie complessiva dell’intervento è pari a 1.085.520 mq di cui, tolte le infrastrutture,  ne rimangono 890.808mq, per una Superficie Utile Lorda (SUL) massima di 354mila mq. Il nuovo stadio occupa una superficie di soli 5mila mq mentre ad esempio la parte ricettiva è di 15mila mq e la parte uffici di ben 247mila mq. Il 50% dell’area è di proprietà di Parnasi attraverso Eurnova, comprata da SAIS, il 42% di proprietà di altri privati, il restante 8% è di proprietà pubblica, in particolare il tratto della via del Mare/via Ostiense.
Parnasi ha comprato i terreni da SAIS a 77euro/mq per un totale di 42milioni di euro e realizzerà, tra le altre cose, 247mila mq di ‘non residenziale’ ad un valore di mercato (finito) di circa 800euro/mq, per un valore di 197milioni di euro, cifra che praticamente coincide con l’importo delle opere infrastrutturali da realizzare che è pari a 190,2 milioni di euro.


Le opere sono:
- Ponte sul Tevere per congiungere la Roma-Fiumicino con l’Ostiense: 93,7 milioni di euro
- Sistemazione della via del Mare, via Ostiense: 38,6 milioni di euro
- Ponte ciclopedonale: 7,5 milioni di euro
-  Prolungamento metro B da Magliana a Tor di Valle: 50,4 milioni di euro


Insomma, Parnasi avvalendosi della ‘Legge sugli Stadi’, che obbliga all’equilibrio economico-finanziario, tramite compensazione riottiene quello che lo Studio Busnengo nel 2011 aveva previsto per il Programma Urbano di Tor di Valle (ci ‘perde’ solo perché ora non ha il residenziale, ma ottiene una semplificazione amministrativa nell’approvazione del progetto, cioè una riduzione dei tempi di approvazione) che prevedeva:


- Superficie Territoriale: 870.624 mq
- Superficie Utile Lorda: 224.344 mq
- Residenziale: 80%
- Non Residenziale: 20%


Lorenzo Busnengo è attualmente il progettista della parte urbanistica dell’iniziativa “Stadio della Roma” e del business park annesso. Insomma, chi non muore si rivede. Nello stesso tempo l’area di Tor di Valle diventa una “centralità a pianificazione definita”, ma l’Assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, non ravvisa la necessità, come previsto per le nuove centralità non inserite nel PRG, di avviare il processo di partecipazione come invece previsto da Regolamento per l’attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana (Allegato A di Delibera di Consiglio Comunale n°57 del 2 marzo 2006).
Le opere di urbanizzazione cubano un totale di 270milioni di euro secondo il piano economico finanziario. Attraverso una serie di calcoli, Parnasi  afferma che Eurnova non può investire più di 50 milioni di euro e dunque c’è un disavanzo di 220 milioni di euro. Per raggiungere l’equilibrio economico finanziario richiesto dalla ‘Legge sugli Stadi’ Parnasi è costretto a recuperare il danaro mancante attraverso nuove cubature di tipo non residenziale, arrivando così ad essere premiato con 240mila mq di SUL che moltiplicato per 800 euro al mq portano l’importo totale a 197milioni di euro. Quindi, grazie alla ‘Legge sugli Stadi’ e la dichiarazione del Comune di Roma sulla “pubblica utilità” del progetto, ciò che la lottizzazione del Piano Urbano Tor di Valle non avrebbe consentito (premi di cubatura e tempi velocissimi di approvazione) è ora reso possibile.


COMPRAVENDITA
Il PM Mario Dovinola vuole capire cosa vi sia dietro la cessione del terreno di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il c.d. “Stadio della Roma” e se tutto è stato fatto secondo Legge. In particolare, vuole comprendere se il prezzo della vendita, che ammonta a 42milioni di euro (77 euro al mq), sia congruo, se i termini di pagamento e le rateizzazioni, siano corretti, se si è trattato di un atto lecito o se, al contrario, si è trattato di una condotta distrattiva (la c.d. bancarotta fraudolenta) per cercare di alienare beni della società e sfuggire ai creditori. La prima udienza è prevista per il 14 dicembre, nella quale sarà verificata la consistenza della platea creditoria.
Perché la Procura sta indagando? L’atto con cui il 25 giugno 2013 Eurnova ha comprato da SAIS il terreno in cui si trova l’Ippodromo di Tor di Valle (546.965 mq a 77 euro/mq per un totale di 42 milioni di euro) ha modificato due precedenti atti: quello del 23 aprile 2012 e quello del 9 agosto 2012, due normali atti di compravendita sottoposti alla condizione di essere sospesi qualora la stipula della Convenzione con il Comune di Roma per la trasformazione dell’area non fosse avvenuta entro il 31 dicembre 2013 (Programma Urbano Tor di Valle, Studio Busnengo).
Questi atti prevedevano anche il versamento di una caparra a diverse scadenze temporali, che avrebbe permesso a SAIS di non fallire (perché indebitata con banche, Equitalia Sud e altri). La caparra e le integrazioni versate da Eurnova sono state pari ad un importo di soli 600mila euro. Poiché SAIS senza i versamenti di Eurnova non poteva che fallire e quest’ultima non aveva i soldi per comperare l’area, è stato escogitato dagli amministratori delle due società l’atto del 25 giugno 2013, dove nella sostanza Eurnova resta proprietaria dell’area con il solo versamento dei 600mila euro. Per la parte residua, Eurnova si accolla i debiti garantiti da ipoteca per i diversi finanziamenti delle banche e il debito nei confronti di Equitalia Sud di circa 8 milioni di euro. Eurnova si impegna a versare gli ulteriori 13 milioni in rate mensili, ma non garantisce l’operazione in alcun modo, ad esempio attraverso fidejussioni. Gli atri 21 milioni (cioè la metà del valore di compravendita) è previsto che vengano versati da Eurnova alla stipula della Convenzione (dunque, secondo quanto riferiscono il Sindaco Marino e l’Assessore Caudo, a maggio 2015, quando tra il Comune ed Eurnova si firmerà la convezione per la costruzione dello “Stadio della Roma”). Anche questi 21 milioni non vengono garantiti in alcun modo e non vi è alcuna data di scadenza per ottenere la Convenzione.
Qual è il problema? Il 22 maggio 2014, il Giudice Umberto Gentili, con sentenza n° 423/2014, ha decretato il fallimento della SAIS, mettendo a rischio l’acquisto di Eurnova, dato che l’articolo 67 della Legge Fallimentare prevede la revoca degli atti precedenti fino ad un anno dal fallimento. Il curatore fallimentare, Maurizio Battista, deve decide se tale compravendita assicura i creditori di SAIS. Tradotto, se Eurnova non paga la parte dilazionata o non salda l’importo, il curatore fallimentare, che si è visto togliere da Eurnova la proprietà dell’area, non può far altro che andare in giudizio per il mancato pagamento, non essendo prevista alcuna clausola risolutiva che gli consenta ad una certa data, in caso di mancato pagamento, di far ritornare l’area nella proprietà della SAIS.
Quindi non saremmo in presenza di un atto fittizio per non far fallire SAIS, ma saremmo in presenza di un evidente distrazione di bene da parte degli amministratori SAIS ed Eurnova a danno dei creditori SAIS. Se non ci fosse stato questo nuovo atto di compravendita, non essendosi avverata al 31 dicembre 2013 la stipula della Convenzione con il Comune di Roma, i precedenti atti del 2012 si sarebbero naturalmente risolti di fatto e la SAIS avrebbe avuto prima del suo fallimento sei mesi di tempo per trovare un atro compratore solvibile ed evitare così il fallimento.
In questo quadro potenzialmente esplosivo il Comune di Roma, procede comunque ad una trasformazione urbanistica di notevole rilevanza per la città e fortemente criticabile dal punto di vista meramente urbanistico, con un operatore che è divenuto proprietario formale di un’area con un solo versamento di 600mila euro contro un corrispettivo che si è impegnato a versare senza prestare alcuna garanzia, normalmente e sicuramente dovute in un rapporto di trasparenza e che ora si impegna in opere per centinaia di milioni di euro.
E’ dunque propria la Procura a porsi la domanda sul fatto che non essendoci certezza dei tempi della firma della Convenzione attraverso la quale Eurnova pagherà i 21 milioni di euro alla SAIS, il Comune si rende parte attiva nel fallimento della SAIS.
E’ moralmente accettabile? Non sarebbe stato il caso di attendere gli esiti della Procura?





(a cura di Paula de Jesus per UsaRoma 1.0)

domenica 12 ottobre 2014

Stadio della Roma, sugli espropri puzza di bruciato



Sette giorni: tanto ci hanno messo Parnasi e Pallotta a presentare il nuovo Studio di Fattibilità che integra il progetto dello stadio a Tor di Valle.
Un tempo record, che sorprende e che, visti i precedenti - due anni per lo studio di fattibilità presentato lo scorso maggio e addirittura venti giorni abbondanti per produrre il solo piano Particellare, richiesto il 31 luglio è consegnato ben oltre ferragosto - lascia aperto l'interrogativo sulla effettiva credibilità di un ponte e di una metro messe su carta in una settimana!
Ponte pedonale, videosorveglianza del futuro parco e, soprattutto, il prolungamento della metro B da Magliana all'attuale stazione Tor di Valle della Roma Lido di Ostia.
Contraddicendo i tecnici che in Conferenza di Servizi avevano puntato tutto sul potenziamento della Roma Lido, questo intervento esce silenziosamente di scena. In Campidoglio "si accontentano" dell'intervento che la Regione ha in atto e che porterà la frequenza a 1 treno ogni 7 minuti e mezzo, rispetto agli attuali 10, ma molto lontano dai 5 indicati dai tecnici. Insomma, dopo il successo sbandierato, piano piano quello di New York appare sempre più un accordo al ribasso e che contraddice tutte le prescrizioni indicate dai tecnici.
Il mantra è: metropolitana. Tutto il resto è superfluo.
Dal Piano Particellare emerge che Parnasi stima in 25 milioni e 145mila euro la spesa per gli espropri. Si tratta di terreni quasi tutti classificati a "verde", per 372mila e 849 metri quadri. Il 98% dei quali appartiene a due società, la Filemone e la Immobilquindici, che, secondo il Campidoglio, sono riconducibili alla Holding Armellini.
A queste due, verranno espropriati quasi 35 ettari con un risarcimento stimato da Parnasi in quasi 24 milioni di euro, circa 69 euro a metro quadro. 
In mezzo, oltre aree di altri privati, ce ne sono due del Consorzio del Tevere per quasi 5 ettari, tre pascoli del Comune di Roma e cinque aree del Demanio pubblico, e circa 64 mila metri quadri della Via del Mare. Ovviamente le aree pubbliche non saranno espropriare ma "asservite". 
Colpisce la discrepanza fra le cifre contenute nel progetto originario - che indicavano in 451.789 metri quadri le aree di privati da espropriare e in 86.716 metri quadri quelle pubbliche da "asservire" - e quelle del Piano Particellare: scendono le aree da espropriare ai privati a 372.849 metri quadri, circa 79mila in meno, ma salgono di 25mila metri quadri abbondanti, attestandosi a 112mila metri quadri, quelle pubbliche da asservire, nonostante sia stata eliminata dal progetto l'area della Tenuta dei Massimi, vincolata a riserva naturale. 
Intanto si innalza il livello dello scontro politico. Dai consiglieri comunali ora siamo passati definitivamente ai Deputati. E, se la lotta è nei fatti interna al Partito democratico, ora il "conflitto" si allarga anche alle altre forze politiche. Parte Roberto Morassut, ex assessore all'Urbanistica di Veltroni e 'papà' del Piano regolatore del 2007 vigente, che già nei giorni scorsi aveva sparato secco sul progetto: "La legge è lacunosa e abborracciata, genera contraddizioni e non spiega in cosa sia il pubblico interesse" di quest'opera. 
Replica Francesco Giro, senatore Forza Italia: "Perché questa guerra contro una squadra e un sindaco voluto nelle primarie Pd proprio da Morassut? C'è puzza di bruciato"

(da: Athos o della limpidezza, 30 Agosto 2014)

sabato 11 ottobre 2014

Una compravendita sotto la lente della Procura

L'atto con cui il 25 giugno 2013 Eurnova ha comprato da SAIS il terreno con sopra l’ippodromo di Tor di Valle (546.965 mq a 77€/mq per un totale di 42 milioni di euro) ha modificato due precedenti atti del 23 aprile 2012 e del 9 agosto 2012, due normali atti di compravendita sottoposti alla condizione di essere sospesi qualora la stipula della Convenzione con il Comune di Roma per la trasformazione dell'area non fosse avvenuta entro il 31 dicembre 2013 (Programma urbano Tor di Valle, studio Busnengo). Tali atti prevedevano il versamento di una caparra a diverse scadenze temporali, che avrebbe permesso a SAIS di non fallire (perché indebitata con banche, Equitalia Sud, etc.). La caparra e le integrazioni versate sono state pari a un importo di soli 600.000 euro. Poiché SAIS senza i versamenti di Eurnova non poteva che fallire e quest'ultima non aveva i soldi per comperare l'area, è stato escogitato dagli amministratori delle due società l’atto del 25 giugno 2013 dove nella sostanza Eurnova resta proprietario dell'area con il solo versamento dei 600.000 euro sopradetti.
Per la parte residua, Eurnova si accolla i debiti garantiti da ipoteca per i vari finanziamenti delle Banche e il debito Equitalia per un totale di circa 8 milioni. Eurnova si impegna a versare gli ulteriori 13 milioni in rate mensili ma non garantisce l’operazione in alcun modo (p.es., fidejussione). Gli altri 21 milioni è previsto che vengano versati da Eurnova alla stipula della Convenzione (nel caso attuale, a maggio del 2015 quando tra Comune ed Eurnova si firmerà una convenzione per la costruzione dello stadio), anche questi non garantiti in alcun modo e senza la previsione di alcuna data di scadenza per ottenere la Convenzione. Ora il problema è il seguente. Il 22 maggio 2014 il giudice Umbero Gentili con sentenza 423/2014 ha decretato il fallimento mettendo a rischio l’acquisto di Eurnova, a causa dell’articolo 67 della legge fallimentare che prevede la revoca degli atti precedenti fino a un anno dal fallimento. Il curatore fallimentare, Maurizio Battista, deve decidere se tale compravendita assicura i creditori di SAIS. In poche parole se Eurnova non paga la parte dilazionata o non salda il prezzo il curatore fallimentare che si è visto togliere dalla società la proprietà dell'area, non può fare altro che andare in giudizio per il mancato pagamento, non essendo prevista alcuna clausola di condizione risolutiva che permette ad una certa data, se non c'è il pagamento, il ritorno della proprietà al proprietario originale. Quindi non si tratta di un atto fittizio per non far fallire SAIS, ma di un evidente distrazione di bene da parte degli amministratori di SAIS e Eurnova dalla proprietà SAIS, a danno dei suoi creditori. È poi evidente che se si fosse agito correttamente non essendosi avverata al 31 dicembre 2013 la stipula della Convenzione, i precedenti atti del 2012 si sarebbero risolti di fatto e la SAIS avrebbe avuto prima del suo fallimento sei mesi di tempo per trovare un altro compratore solvibile e forse non falliva. Il Comune di Roma in questa situazione che può essere esplosiva per vari aspetti , vuole procedere a una trasformazione urbanistica di notevole rilevanza per la città e fortemente criticata dal punto di vista urbanistico, con un operatore che è divenuto proprietario formale di un'area con un solo versamento di 600.000 euro contro un corrispettivo che si è impegnato a versare senza prestare alcuna garanzia, normalmente e sicuramente dovute in un rapporto non truffaldino, che ora si impegnerebbe per opere di centinaia di milioni di euro.
Il pubblico ministero Mario Dovinola vuole capire cosa vi sia dietro la cessione del terreno di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma e se tutto è stato fatto in regola. In particolare se l’importo della vendita, 42 milioni di euro (circa 77€/mq), sia congruo, se i termini del pagamento, e quindi la dilazione in rate, sono corretti, se si è trattato di un atto lecito, o se, al contrario, si è trattato di una condotta distrattiva (bancarotta fraudolenta) per cercare di alienare beni della società. Una prima udienza è prevista per il 14 dicembre ma solo per la verifica della consistenza della platea creditoria.