Italia Nostra Roma
ha sostenuto la necessità di liberare il complesso monumentale del Foro Italico
dalle funzioni devastanti delle partite di calcio delle due società romane, ma
il pasticcio della costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle è insuperabile.
La Soc. Sais Spa di proprietà di Papalia è fallita e nessuno parla dei problemi
che potrebbero sorgere se venisse revocata la vendita dell’area alla Eurnova.
L’udienza per
verificare la consistenza della situazione debitoria della Soc. Sais è fissata
per il 14 dicembre 2014. Come è possibile decidere con tanta fretta?
L’operazione ha
contorni opachi e poco trasparenti. L’area è la più infelice tra le scelte
possibili. E’ un cul-de-sac completamente intercluso tra l’ansa del Tevere e la
via del Mare-via Ostiense senza vie di fuga con 22 ettari inedificabili e
gravata da vincoli paesaggistici e archeologici che sembrano non
interessare nessuno. Inoltre il terreno risulterebbe presentare le stesse
caratteristiche di quello che ha provocato i cedimenti del Palazzaccio a Piazza
Cavour. Sono state prodotte serie indagini idrogeologiche? Per ottenere le
necessarie opere pubbliche si tornano a prevedere le famigerate
“compensazioni”per ben 220 milioni di euro per un centro direzionale o comunque
per uffici che oggi a Roma vengono trasformati in abitazioni dal “Piano casa”
regionale senza neanche potere avere l’avvallo dall’Assemblea capitolina.
A giugno in un
incontro a New York nel quale era presente l’arch. Daniel Libeskind si sono
proposti ben tre grattacieli in un’area adiacente allo stadio. L’operazione si
presenta sempre più come una bella ben confezionata speculazione con la ricerca
disperata, per giustificarla, di un”pubblico interesse”. Il “pubblico
interesse” deve essere dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio e non può
invece servire per privilegiare gli interessi grandi e potenti che stanno
governando senza “paletti” questo progetto. (da Italia Nostra, 15 Luglio 2014)
Nessun commento:
Posta un commento